Prevenzione Malattie Tiroide

La prevenzione e diagnosi precoce tiroidea

Le malattie della tiroide sono in notevole aumento, sia per l’affinarsi delle tecniche diagnostiche, sià perchè instaurandosi una cultura della prevenzione si arriva a fare diagnosi di malattia in stadi clinici fortunatamente sempre più precoci.

Queste malattie  se diagnosticate nella fase iniziale possono essere trattate con successo evitando anche altre patologie collegate al malfunzionamento della tiroide (diabete, ipercolesterolemia, osteoporosi).

E’ questo il concetto che è alla base della Settimana Mondiale della Tiroide, che si celebra a maggio con eventi organizzati un po’ in ogni parte d’Italia.

“Un controllo specialistico con ecografia tiroidea  e un esame del sangue possono prevenire le importanti complicanze cardiovascolari, ossee e metaboliche che anche una lieve disfunzione tiroidea, se non riconosciuta e adeguatamente trattata, può determinare”.

Incontri divulgativi con la popolazione, screening gratuiti, distribuzione di materiale informativo sulla iodoprofilassi, sulle malattie della tiroide e sul ruolo del sale iodato nella prevenzione sono al centro delle iniziative della Giornata promossa dall’Associazione Italiana della Tiroide, dall’Associazione dei Medici Endocrinologi, dalla Società Italiana di Endocrinologia insieme al Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini.

La tiroide è una specie di ‘centrale elettrica’ del nostro corpo e se qualcosa non funziona in questa ghiandola, non funziona in tutto il corpo, perché controlla il metabolismo e le sue principali funzioni, quali il battito cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso centrale, l’accrescimento corporeo, la pressione arteriosa, il livello di colesterolo, il peso, la forza muscolare, l’acutezza mentale e tante altre cose ancora”.

Per funzionare bene questa ghiandola così fondamentale ha bisogno di iodio e nei casi di carenza di questo elemento si possono sviluppare una serie di disturbi tra cui il gozzo (aumento di volume della tiroide) e i noduli tiroidei.

Questi sono nella grande maggioranza benigni, ma in alcuni casi ( 10 – 15 % ) possono segnalare l’insorgenza di un tumore. (vedi Noduli Tiroidei > Tumore Tiroideo)

Come capire se si ha un problema di tiroide? Se la malattia  è ipertiroidismo nella donna giovane (le malattie della tiroide colpiscono le donne da 5 a 8 volte più degli uomini n.d.R.) i sintomi saranno abbastanza evidenti: tremori, palpitazioni, ipersudorazione, dimagrimento molto eclatante.

Più subdoli e quindi difficili da identificare sono i sintomi dell’ipotiroidismo, cioè di un funzionamento della ghiandola a scartamento ridotto.  Si possono verificare aumento del senso di stanchezza, aumento di peso, aumento del colesterolo (che spesso) rappresenta uno dei primi indicatori di malfunzionamento della tiroide) , stipsi, senso di gonfiore, alterazioni mestruali, sintomi d ansioso-depressivi, ritenzione idrica, pelle secca e perdita di capelli ,gonfiore che però sono sfumati e che quindi possono confondersi con altro.

Con il progredire della malattia poi i sintomi diventano sempre più evidenti e si arriva spesso ad una diagnosi di ipotiroidismo , ma in tempi lunghi.

Ricordiamo che esiste nelle malattie tiroidee una grande familiarità per cui se in famiglia abbiamo persone affette da malattie tiroidee come ad  esempio la presenza di parenti di primo grado con malattie autoimmuni della tiroide, il suggerimento è quello di controllare gli esami della tiroide ed una ecografia tiroidea almeno una volta nella vita, anche in assenza di sintomi specifici.

Una volta sorto il sospetto che qualcosa non funzioni a dovere nella ghiandola tiroidea come si fa ad averne conferma? Basta un esame del sangue che dosi il TSH, un ormone prodotto per regolare la tiroide.

Si alza quando la tiroide funziona poco e si abbassa quando funziona tanto. E’ un dosaggio molto sensibile, soprattutto per l’ipotiroidismo e aiuta a definire bene anche la gravità del problema. Se l’ormone è presente in quantità molto elevate, allora si è affetti da ipotiroidismo. Poi si dosano gli ormoni tiroidei veri e propri: tiroxina e tri-iodotironina ( Ft3-Ft4 ) e gli anticorpi anti tiroide TPO – TGA . In caso si avverta la presenza di noduli al tatto, o se ne sospetta la presenza anche se non sono palpabili, va effettuata una ecografia tiroidea  che aiuta a precisare la diagnosi e ad organizzare successivi iter diagnostici tra cui l’agoaspirato tiroideo .

“Lo screening ecografico della popolazione adulta rileva che dal 30 al 50% delle persone esaminate presenta noduli tiroidei” ( Vedi Noduli Tiroidei )  e  Nel Sociale – Relazione conclusiva .

“L’uso del sale iodato, assunto fin dall’infanzia, costituisce la migliore prevenzione dello sviluppo di gozzo e noduli e tendenza all’ipotiroidismo .

Ricordiamo come in particolari momenti della vita la tiroide debba “lavorare “ di più come in gravidanza ( Vedi Tiroide e Gravidanza) dove se sono presenti alterazioni tiroidee e non sono diagnosticate in tempo possono portare a danni seri al nascituro . In altre fasi della nostra vita quali la menopausa va controllata la funzionalità della tiroide per il possibile peggioramento di malattie quali l’osteoporosi.

Campanelli d’allarme

Ma quali sono i “campanelli d’allarme” che devono far sospettare un malfunzionamento della nostra tiroide?

I sintomi delle malattie tiroidee sono spesso aspecifici, ovvero comuni a molte altre patologie; pertanto, risulta difficile individuare e ricondurre tali sintomi a una disfunzione della tiroide, almeno nelle prime fasi della malattia.

Per questa ragione, è importante prestare attenzione agli eventuali campanelli d’allarme e  una volta riconosciuti  parlarne con l’endocrinologo.

Alterazioni del ciclo mestruale

Le disfunzioni della tiroide, sia nel senso di uno scarso funzionamento che di un’eccessiva attività nella produzione di ormoni tiroidei, causano molto spesso nelle donne irregolarità del ciclo mestruale o addirittura la scomparsa della mestruazione.

➤ Aumento o perdita di peso

Gli ormoni tiroidei influenzano il metabolismo di grassi e carboidrati e il corretto funzionamento dell’apparato digerente. Un alterato funzionamento della ghiandola tiroidea si riflette quindi sul peso corporeo. In particolare, in situazioni di ipotiroidismo, si verifica un aumento di peso nel 57% dei casi, dovuto a una riduzione dell’attività metabolica e alla ritenzione di liquidi. Nell’ipertiroidismo, invece, il 52-85 % dei soggetti va incontro a un aumento del metabolismo e a un sensibile dimagrimento.

➤ Debolezza e stanchezza

Perdita di energia e forza muscolare possono segnalare un cattivo funzionamento della tiroide. Questi sintomi, infatti, sono presenti nella quasi totalità delle patologie dovute a carenza di ormoni tiroidei (ipotiroidismo) e si manifestano, in percentuale inferiore, anche nei soggetti ipertiroidei.

➤ Disturbi della sfera psico-intellettiva

Ai casi di ipotiroidismo sono spesso associati disturbi della memoria, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, pensiero rallentato, scarso rendimento scolastico o lavorativo. Nell’ipertiroidismo, invece, sono frequenti insonnia, nervosismo e sbalzi di umore.

 Intolleranza al caldo o al freddo

La produzione dell’ormone tiroideo è molto importante nella termoregolazione e nell’adattamento al freddo e al caldo.

I soggetti colpiti da ipotiroidismo sono nel % dei casi intolleranti al freddo; viceversa, le persone con eccessiva produzione ormonale tiroidea presentano un’elevata sensibilità al caldo in percentuali variabili tra il 40  e il 90 %.

➤ Disturbi intestinali

Gli ormoni tiroidei svolgono un’azione stimolante sull’intestino.

In caso di ipertiroidismo, si ha quindi un aumento delle contrazioni intestinali con produzione di feci non formate.

Al contrario, in situazioni di insufficienza ormonale (ipotiroidismo),può manifestarsi stipsi con frequenza intorno al  60% dei casi.

 Alterazioni lipidiche : spesso in condizione di ipotiroidismo osserviamo un aumento del colesterolo non giustificato dalle abitudini alimentari del paziente .

VISTA LA RELAZIONE TRA AUMENTO del COLESTEROLO totale e LDL e l’IPOTIROIDISMO, ANCHE NELLA SUA ESPRESSIONE SUBLINICA, E’  NECESSARIO UN CONTROLLO di TSH e FT4 in TUTTI I PAZIENTI DISLIPIDEMICI.

  • SE SI RISCONTRA UN IPOTIROIDISMO, GLI ACCERTAMENTI ANDRANNO COMPLETATI CON :

• un ulteriore controllo di conferma dei valori di  FT3, FT4, TSH

• la determinazione degli anticorpi anti-tireoperossidasi

• l’ecografa tiroidea

Tiroiditi

tiroiditi

Le tiroiditi sono processi infiammatori della tiroide piuttosto diffusi soprattutto nella popolazione femminile e ne esistono diverse forme; si distinguono in tiroidite acute, subacute e croniche.

Titoiditi acute: sono dovute all’interessamento della ghiandola tiroidea da parte solitamente di batteri, si caratterizzano per il forte dolore locale, gonfiore, aumento degli indici di flogosi , malessere generale e solitamente a, a parte una fase transitoria, se ben curate non portano ad alterazione ormonali definitive alla tiroide.

Quelle subacute (tiroidite di De Quervain ) sono dovute solitamente a causa virale, con sintomi simile a quelli della tiroidite acute ma molto più sfumati. Possono portare ad una fase iniziale aumento degli ormoni tiroidei circolante dovuta alla distruzione di parte del tessuto tiroideo (tireotossicosi ).

Se ben curate, con di solito terapia steroidea,  si risolvono senza particolari esiti sulla funzionalità tiroide anche se spesso determinano un ridotto funzionamento tiroideo ( ipotiroidismo subclinico) che andrà trattato con terapia medica sostitutiva.

Quelle croniche a cui che appartiene la tiroidite di Hashimoto ( anticorpi TPO-TGA sempre aumentati ) sono da causa autoimmune. A causa di un’anomalia del sistema immunitario i linfociti aggrediscono le cellule stesse della ghiandola tiroidea, provocando infiammazione, distruzione e riduzione della sua funzionalità: questa malattia è, infatti, la causa più comune di ipotiroidismo nei paesi occidentali.

La tiroidite di Hashimoto, che è una patologia in notevole aumento soprattutto tra le donne ,si può accompagnare a un notevole aumento di volume della ghiandola tiroidea, e nel tempo porta quasi sempre verso l’ipotiroidismo associandosi  debolezza, aumento di peso, depressione, cute pallida e fredda, alterazioni mestruali ed aumento di peso.

Tuttavia spesso si presenta asintomatica e può restarlo per diverso tempo, così da rendere difficile una diagnosi.

E’ fondamentale eseguire sempre in fase pre gravidanza un prelievo per escludere la presenza anche asintomatica di tale tiroidite in quanto può portare un aumentato rischio di abortività se non trattata.

La causa scatenante è sconosciuta, anche se esiste una percentuale di rischio connessa alla familiarità.

Inoltre, diversi studi hanno evidenziato come una carenza di selenio possa attivare una tiroidite autoimmune in soggetti predisposti. L’azione regolatoria svolta da questo oligoelemento nei confronti del sistema immunitario è infatti in grado di prevenire il malfunzionamento della ghiandola tiroidea.

Il trattamento va iniziato in caso di sviluppo di ipotiroidismo e prevede una terapia sostitutiva con ormone tiroideo da seguire continuativamente per tutto il corso della vita.

Il motivo per cui si scateni è ignoto, anche se si sa che la familiarità incide in modo importante e alcune condizioni fisiologiche naturali, tra cui la gravidanza e la menopausa, sembrano favorire l’insorgenza del disturbo.

Non a caso questa malattia colpisce soprattutto le donne.

Come anticipato, la causa di questa disfunzione endocrina è di natura autoimmune. I linfociti T, globuli bianchi del sangue che fanno parte del nostro sistema di difesa dagli agenti patogeni, si infiltrano nella tiroide attaccandola e contrastandone la funzionalità.

Progressivamente questa ghiandola si distrugge, con un peggioramento graduale dei sintomi.

Come curare la tiroidite di Hashimoto? La malattia non guarisce, ma si può tranquillamente ripristinare la funzionalità tiroidea attraverso la terapia ormonale sostituiva da seguire a vita.

E’ possibile nelle prime fasi della malattia provare ab abbassare gli anticorpi anti tiroide con una terapia specifica non di natura ormonale.

Il problema collaterale è che quando per colpa degli anticorpi antitiroide, la funzionalità tiroidea si riduce avremo un sovvertimento dell’architettura ghiandolare della tiroide che sotto l’effetto dell’ormone TSH (che normalmente tende sempre ad aumentare dell’Hashimoto) può portare a formare noduli ed il gozzo.

Se invece la malattia viene diagnosticata e ben curata la tiroide si atrofizzerà come dimensioni, non formerà noduli e il Paziente non avrà più sintomi perche in terapia sostitutiva con ormoni tiroidei (Vedi terapia con ormoni tiroidei).

Anche l’età di insorgenza dell Hashimoto influenza la terapia e se questo accade in giovani donne che dovranno avviare una gravidanza può determinare poliabortività, subfertilità ; da ciò ne deriva che tutte le donne in fase di pre gravidanza dovranno effettuare dosaggio di Ft4-TSH-TPO e TGA !!! (vedi Tiroide e gravidanza )

Attenzione alla gravidanza in quanto si è visto che gli anticorpi TPO-TGA che sono sempre elevati in caso di tiroidite di Hashimoto, e che se ancora la tiroide funziona normalmente non danno nessun segno clinico, si associano ad un aumentato rischio di abortività; per cui in chi deve iniziare una gravidanza è consigliabile effettuare una terapia specifica.