Radiofrequenze tiroidee

La termoablazione tiroidea con radiofrequenze consiste nella riduzione volumetrica di un nodulo tiroideo sfruttando il calore generato da una sorgente di energia. Questa metodica consolidata da anni viene routinariamente eseguita da professionisti specializzati per neoformazioni anche in altri organi quali fegato e polmone. Negli anni si sono studiate a livello internazionale varie metodiche per poter applicare la metodica anche in campo tiroideo : le radiofrequenze, il laser , le micro onde con risultati molto diversi.

Avendo provato le varie metodologie sul campo ritengo le RFA tiroidee siano la soluzione di maggiore vantaggio per il paziente con la minore invasività, questo in accordo con le principali linee guida nazionali ed internazionali . L’indicazione principe delle RFA è la riduzione volumetrica di un nodulo tiroideo benigno, voluminoso che crescendo può dare sintomatologia compressiva locale comprimendo trachea ed esofago o fastidio estetico.

Il grandissimo vantaggio è che con una seduta si riesce a ridurre di mediamente un 40-60% del volume iniziale ( in letteratura scientifica sono riportate riduzione anche del 80 %, ma va visto caso per caso ) di un nodulo evitando così al paziente l’intervento chirurgico. E’ logicamente necessaria un conferma di assoluta benignità del nodulo tramite agoaspirato per poi potere procedere con la metodica.

 

 

È una pratica ambulatoriale , necessita di una minima anestesia locale e il paziente può riprendere la normale vita successivamente. Logicamente va eseguita da professionisti specializzati che abbiano una comprovata esperienza in merito. Lo studio della regione del collo da oltre 30 anni, l’avere seguito oltre 100 mila ecografie tiroidee ed circa 42 mila agoaspirati tiroidei ed alcoolizzazioni mi permette di gestire il processo con assoluta tranquillità nel rispetto della fiducia che il paziente pone verso il curante.

 

 

Tomosintesi

Tomosintesi tiroidea 3D

L’ecografia tiroidea è ormai da anni diventata la terza mano dell’endocrinologo. Essa permette di creare una vera e propria carta d’identità della tiroide descrivendone in modo accurato le dimensioni, la sua ecostruttura, la sua vascolarizzazione, la presenza o meno di noduli e caratterizzando dei suddetti le peculiarità ecografiche : dimensioni, struttura, bordi, aspetto, vascolarizzazione, presenza o meno di calcificazioni micro o macro . Da alcuni anni l’Elastografia aiuta il clinico a screenare i noduli sospetti da sottoporre ad agoaspirato. L’ultima innovazione in campo di diagnostica tiroidea è la ecografia 3D. L’uso di sonde 3D e di software dedicati perfette di valutare le neoformazioni tiroidee anche nella terza dimensione ossia la profondità all’interno della ghiandola stessa (piano coronale).Tomosintesi tiroidea

Non è una solo misurazione di profondità tridimensionale del nodulo, ottenibile anche tradizionalmente ruotando la sonda , ma  permette di valutare immagini dei noduli misurando e valutando in modo molti più accurato i rapporti che questi contraggono con il normale tessuto tiroideo sano circostante. In natura tali formazioni non sono sempre sferici od ovoidali ma spesso almeno nelle formazioni sospette queste possono presentare margini sfumati con propaggini laterali o in profondità, estroflessioni  (è questo il senso dell’ecografia 3D) che possono andare a  deformare  il tessuto sano perinodulare.

Tomosintesi tiroidea

Questa caratteristiche sono molto meglio apprezzabili e valutabili con una ecografia tiroidea di secondo livello che utilizzando software dedicati possa valutare anche l’elastografia shear wave ( 3D -SWE) di quella parte del nodulo che si sviluppa in profondità. In analogia a quanto avviene  per lo studio delle neoformazioni mammarie , la Tomosintesi tiroidea 3D fornisce numerosi informazioni in più rispetto all’ecografia tiroidea standard consentendo di caratterizzare i noduli tiroidei, sopratutto quelli dubbi riducendo così l’eventuale necessità diagnostica di eseguire agoaspirati tiroidei per avere una citologia certa.

Tomosintesi tiroidea

Tomosintesi tiroidea

 

Osteoporosi – Esami

I sintomi che potrebbero indicare la presenza di osteoporosi o fragilità ossea sono:

        • mal di schiena.
        • perdita di altezza.
        • perdita di un dente.
        • postura incurvata.
        • frattura ossea.

L’esame standard per valutare la densità ossea è sempre stata la MOC Dexa.

Da qualche anno è disponibile una metodica innovativa validata a livello nazionale che consiste nella MOC ad ultrasuoni della colonna e del femore (da non confondere con la MOC calcaneare che ha poca validità ).

MOC ad ultrasuoni R.EM.S . Echolight

La validazione clinica della metodica è stata ottenuta attraverso studi su oltre 10.000 soggetti reclutati nei più importanti centri per la diagnosi dell’osteoporosi in Italia e in Europa e avvalendosi della guida di un comitato scientifico costituito da autorevoli opinion leader italiani e internazionali. Il dispositivo ha, inoltre, ottenuto tutte le certificazioni standard, il marchio Ce e le principali certificazioni nel mondo, compresa quella rilasciata dalla Fda americana.

L’enorme vantaggio rispetto alla MOC a raggi x è appunto che questa metodica non emette radiazioni per cui è possibile ripetere l’esame frequentemente , senza esporre i pazienti al rischio di radiazioni.

Il servizio di MOC ecografica con Echolight, il più avanzato densitometro osseo che permette di valutare la micro-architettura ossea e di effettuare la diagnosi di osteoporosi senza esporre il paziente a radiazioni.

L’innovativa tecnologia, che sfrutta i segnali a radiofrequenza acquisiti durante una scansione ecografica, rende l’indagine più semplice, non invasiva e pertanto totalmente senza controindicazioni.

L’esame valuta la resistenza ossea in corrispondenza delle vertebre lombari e del collo del femore, particolarmente predittivi per il rischio di fratture.

Il protocollo richiede pochi minuti ed il risultato dell’esame è immediato.

La MOC a ultrasuoni ha un ruolo chiave nella prevenzione di una patologia, l’osteoporosi, che si manifesta in modo graduale e senza sintomi. Poiché la riduzione della massa ossea può avere inizio prima dei quarant’anni, l’attività di screening dell’osteoporosi dovrebbe iniziare prima della menopausa a cui viene spesso associata. Un esame senza radiazioni ionizzanti,  molto affidabile consente, attraverso una diagnosi precoce e controlli anche ravvicinati nel tempo, una prevenzione efficace anche per le donne in età fertile.

Il referto dell’esame è immediato, particolarmente completo e fornisce una serie di parametri relativi alla diagnosi di osteoporosi e di rischio di frattura:

  • la Densità Ossea correlata alla misurazione della BMD (in g/cm2) e gli indicatori T-Score e Z-Score;
  • il Fragility Score, che valuta la qualità della micro-architettura ossea del tessuto interno;
  • il FRAX integrato, con il rischio di frattura a 10 anni;
  • il Body Mass Index, con indici metabolici (Basal Metabolic Rate) e la percentuale di massa grassa.

Dopo avere eseguito esame diagnostico verrà  effettuata durante una visita specialistica con un medico esperto di osteoporosi, utile a inquadrare i rischi di frattura e a predisporre un piano di prevenzione personalizzato, che può includere modifiche dello stile di vita, cambiamenti nutrizionali ed eventualmente la prescrizione di farmaci specifici.

echolight

Alcolizzazione Tiroidea

L’alcolizzazione di cisti della tiroide o di noduli misti (Percutaneous Ethanol Injection, PEI) è una procedura che serve a  ridurre in maniera significativa le dimensioni delle cisti o di noduli misti della ghiandola tiroidea per ottenere  la loro quasi completa cicatrizzazione e scomparsa.
La procedura, pertanto, si esegue nelle cisti (a contenuto liquido) e  nei noduli ( non a contenuto solo solido) misti ossia costitutiti da parte solida e parte liquida (ematica o colloide) . Durante l’esecuzione dell’agoaspirato (vd agoaspirato tiroideo)  si esegue sempre l’aspirazione del liquido contenuto nella cisti tiroidea o del  nodulo misto  e questa è solitamente sufficiente a ridurne le dimensioni  Talvolta, tuttavia, questo può riformarsi anche in breve tempo, riportando la cisti alle dimensioni originali. Pertanto nel caso di cisti tiroidee di discrete dimensioni, recidivanti e determinanti sintomatologia compressiva o estetica, è solitamente posta indicazione chirurgica. L’alcolizzazione,  costituisce una valida alternativa all’intervento chirurgico. Si tratta di una procedura ormai consolidata, effettuata da molti anni,  soprattutto quando vi siano controindicazioni all’intervento chirurgico o il paziente rifiuti la tiroidectomia
L’alcolizzazione può essere effettuata solo dopo che sia stata accertata la natura benigna della cisti tiroidea, attraverso un’accurato controllo ecografico della tiroide e del collo e la valutazione citologica di quanto si è prelevato.
La probabilità di successo dell’alcolizzazione è elevata ( 90% circa).
Solitamente è sufficiente una sola seduta di alcolizzazione, ma in alcuni casi può esser necessario ripetere la stessa procedura più volte (da 2 a 6 ).

Procedura

Dopo avere effettuato il controllo citologico della formazione ed essere sicuri della reale natura benigna della formazione tiroidea in oggetto, e dopo aver documentato ecograficamente la ricomparsa di materiale liquido , precedentemente tolto durante l’agoaspirato tiroideo si può procedere con ciclo di alcolizzazioni mediante ago sottile. Sempre sotto controllo ecografico viene quindi iniettato nella cavità cistica un volume di etanolo sterile al 95% pari a circa metà del volume di liquido rimosso con l’aspirazione (solitamente 1-6 ml).. Questo crea sostanzialmente un processo infiammatorio tra le pareti del nodulo o della cisti con successiva riduzione della parte liquida e collabimento delle pareti che chiudendosi fanno si che la cisti scompaia. Possono essere effettuate varie sedute , fino al completo riassobimento della parte colloide o ematica.

Logicamente se si parla di una cisti questa si “seccherà” completamente, se altresì siamo di fronte ad un nodulo misto, verrà tolta la parte liquida mentre la parte solida rimarrà. Questa procedura consolidata da anni permette di ridurre notevolmente le dimensioni di formazioni nodulari e cisti tiroidee evitando così di dover ricorrere all’intervento chirurgico . Questo potrà logicamente essere preso in considerazione se il nodulo o la cisti fossero in ulteriore accrescimento o se dessero fastidi alla deglutizione o estetici.

Gli effetti collaterali sono fastidio locale, che il Pz minimizzerà tenendo ghiaccio sulla parte per circa 15 minuti dopo avere eseguito la alcolizzazione e rararmente è necessario utilizzo di FANS. E’ una procedura ambulatoriale , dura circa 15 minuti ed il Pz potrà successivamente riprendere la abituale vita.

Alcolizzazione Tiroidea
AlcolizzazioneTiroidea

Chirurgia della Tiroide

CHIRURGIA DELLA TIROIDE:  la tiroide può essere asportata completamente (tiroidectomia totale) o parzialmente (lobectomia, asportazione di metà tiroide).

Il tipo di intervento è deciso dallo specialista in accordo con il paziente in base a parametri clinici e la situazione particolare di ogni singolo paziente. L’asportazione di metà tiroide è curativa in caso di Adenoma di Plummer o gozzo uninodulare ed è diagnostica in caso di noduli a citologia indeterminata.

Nel caso di neoplasie accertate o molto sospette ( agospirati tiroidei THY3B-4-5 ) solitamente è indicata una asportazione completa della ghiandola (tiroidectomia totale). Le tecniche consistono in una incisione alla base del collo di dimensioni proporzionate alla ghiandola che sarà asportata, ma in genere il taglio è di circa 4-5 cm. Esistono casi in cui è possibile eseguire la tiroidectomia o la lobectomia con tecnica mini invasiva (MIVAT), cioè con una piccola cicatrice e l’ausilio della telecamera, casi in cui è possibile eseguire l’intervento attraverso tagli lontani dal collo: dall’ascella o dal fornice cengivale, cioè dietro al labbro inferiore; tali tecniche trovano specifiche e ristrette indicazioni da discutersi con il chirurgo endocrino ed hanno un vantaggio esclusivamente estetico.

La degenza mediamente dura 1 o 2 giorni con pochissime complicanze se l’intervento viene fatto da chirurghi endocrini specializzati in centri con grande volume di attività; quelle più frequenti consistono in una possibile ipocalcemia transitoria e  modificazioni della timbrica della voce legate al coinvolgimento dei nervi laringei ricorrenti, entrambe nella stragrande maggioranza dei casi risolvibili nel breve periodo.

CHIRURGIA DEL CARCINOMA TIROIDEO

La Tiroidectomia totale è il trattamento standard del carcinoma tiroideo differenziato.

La sempre più frequente diagnosi ecografica e citologica di neoplasie  tiroidee differenziate di piccole dimensioni e la eccellente prognosi della  malattia hanno portato ad avanzare l’indicazione ad  intervenire in questi  casi con un approccio chirurgico piu’ conservativo (emitiroidectomia)  rispetto alla tiroidectomia totale.

I microPTC (<1 cm) corrispondono a circa il 50% dei PTC di nuova diagnosi.

Nell’ambito dei microcarcinomi  la frequenza di pT3 (estensione oltre la  capsula  tiroidea)  è tra il 17-29%, l’interessamento linfonodale del 15-30%, le forme  multifocali  del 23-35%, con il 12-19% di focalità bilaterale.

Anche nei PTC di piccole dimensioni prima di poter scegliere l’intervento di  loboistmectomia è necessario escludere:

l’esistenza di una malattia multifocale, specie bilaterale

la possibilità che la malattia si estenda oltre la capsula tiroidea

L’esistenza di metastasi linfonodali

La presenza di uno di questi fattori giustifica l’esecuzione di una tiroidectomia totale.

I pazienti con stadiazione pT1N0 rappresentano oltre il  50% dei  microca.papillari <1 cm.Questi pazienti potrebbero essere curati con la sola emitiroidectomia. Inoltre, la emitiroidectomia potrebbe essere proposta  non solo nei microPTC,  ma in tutti i casi di tumore differenziato della tiroide a basso rischio prognostico,  con malattia intratiroidea non plurifocale e senza interessamento linfonodale.

A  favore della  tiroidectomia  totale

Permette l’uso ottimale del trattamento con radioiodio  (questo punto cade nei pazienti che non hanno indicazioni al radioiodio)

Riduce i livelli di TG quindi ne facilita l’uso come marker

Elimina la possibilità di lasciare malattia occulta nel lobo controlaterale

A favore emitiroidectomia

Il ca. papillare della tiroide generalmente ha un corso indolente e un’ottima  prognosi

le complicanze della chirurgia (ipoparatiroidismo e lesione del ricorrente)   sono più frequenti con tiroidectomia totale

necessità di terapia sostituiva a vita dopo tiroidectomia totale.

E’ indispensabile disporre , prima dell’intervento, di elementi sufficienti ad  una corretta stadiazione della malattia , in particolare della sua estensione  loco-regionale.

Importanza della esecuzione di un’accurata ecografia pre-operatoria, che dovrà valutare:

Sede e dimensioni del tumore primitivo

Segni di infiltrazione e/o superamento della capsula tiroidea

Evidenza di multifocalità e soprattutto di bilateralità della neoplasia

Esistenza di interessamento linfonodale

Rischio di ripresa di malattia  fino al 35% dei casi, rilevato  nei primi 5 anni dopo la  diagnosi. In realtà potrebbe essere un residuo di malattia.

Ecografia pre-operatoria per tiroide e linfonodi:  di scelta.

In presenza di linfonodi sospetti, l’etg va integrata con l’agoaspirato linfonodale per esame citologico e per il dosaggio della TIREOGLOBULINA .

La etg identifica mts linfonodali non palpabili nel 20- 33% dei pazienti.

TC con mdc o RM: per meglio definire i rapporti della neoplasia con altri organi  cervico-mediastinici -per escludere una infiltrazione tracheale o esofagea e nei  casi di estensione retrosternale- e per caratterizzare eventuali linfonodi in sede inferiore o posteriore .

PET/PET-TC: utilizzata soprattutto in caso di recidive, con markers positivi, ma  imaging tradizionale negativo.

Eventuale valutazione pre-operatoria della mobilità cordale.

Il compartimento centrale è l’area maggiormente coinvolta  nelle mts da DTC; l’ecografia ha  una sensibilità limitata nella valutazione pre-tiroidectomia dei linfonodi del comparto centrale  (argomento a sostegno della CND profilattica).

Qui sopra sono evidenziate immagini ecografiche di noduli tiroidei con agoaspirato tiroide soispetto per neoplasia e successivamente confermato allìesame istologico post intervento.

L’ecografia ha elevata sensibilità nello studio ecografico dei  linfonodi del compartimento laterale; la dimostrazione di mts laterocervicali pone indicazione anche allo svuotamento linfatico laterocervicale mono o bilaterale a seconda del riscontro ecografico .

 

 

 

 

 

 

 

Autocontrollo tiroideo

Noi siamo i primi conoscitori di noi stessi per cui se notiamo cambiamenti nel nostro aspetto fisico o avvertiamo sintomi anche lievi (che spesso almeno all’inizio difficilmente attribuiamo ad un malfunzionamento tiroideo) si può provare con un cambiamento dello stile di vita alimentare scegliendo alcuni alimenti che aiutino la tiroide ed evitandone altri che la rallentino ulteriormente.

 Andranno poi logicamente eseguiti gli esami del sangue per valutare la funzione della nostra ghiandola tiroidea e vedere se ci troviamo difronte ad una patologia tiroidea o meno .

Vi sono diversi sintomi e segni fisici che possono far sospettare uno squilibrio funzionale della ghiandola. Vediamoli assieme :

  • Difficoltà a dimagrire nonostante le diete; tendenza a ingrassare sull’addome
  • Polpacci gonfi, mani e piedi freddi;
  • Palpebre gonfie e borse sotto gli occhi soprattutto la mattina, viso paffuto e con tendenza al doppio mento, diradamento delle sopracciglia;
  • Capelli secchi, fragili, ruvidi, caduta diffusa, unghie fragili e a lenta crescita;
  • Scarsa sudorazione anche al caldo;
  • Intolleranza al freddo;
  • Addome gonfio, stitichezza;
  • Pelle secca, pallida e ruvida, con ipercheratosi follicolare (aspetto granuloso) soprattutto sulle braccia, gomiti squamosi;
  • Stanchezza mattutina, sonnolenza, mancanza di memoria, tendenza alla depressione, rigidità articolare;
  • Livelli di colesterolo aumentati;
  • Vulnerabilità alle infezioni, micosi recidivanti, dermatiti atopiche;
  • Alterazioni mestruali;

Qualora questi sintomi siano presenti  e in forma marcata, è fondamentale rivolgersi all’endocrinologo per un controllo accurato dei parametri di funzionalità tiroidea ed ecografia alla ghiandola. 

Se i sintomi sono lievi, e quando la pigrizia tiroidea procura ricadute solo “estetiche”, possono essere di aiuto la fitoterapia e alcuni accorgimenti nutrizionali che stimolano la tiroide a ritornare a funzionare correttamente.

Se gli esami denotano invece un rallentamento più marcato della funzionalità tiroidea andrà avviata una terapia ormonale sostitutiva.

La valutazione di quanto la tiroide funziona meno andrà sempre fatta tenendo presente l’età del Paziente.

Con il passare degli anni infatti la tiroide tende fisiologicamente a ridurre la propria funzione ed il TSH (ormone ipofisario che regolare la tiroide e che viene utilizzato per un  primo screening di funzionalità tiroidea) tenderà lentamente a salire.

Cosi come un TSH normale ma superiore a 2,5-3 in Pz di giovane età, pur essendo ancora normale, indica la tendenza, che andrà controllata con ulteriori e successive analisi, della tiroide a rallentarsi, di converso un TSH di 4-5 anche se al limite alto della norma, è da considerarsi nomale in pazienti ottantenni.

Gocce di L Tiroxina

Recentemente sono comparse sul mercato formulazioni a base di tiroxina liquida in gocce.

E’ assolutamente sicura, è bioequivalente (vedi sotto) e comporta una più agevole gestione della terapia medica dell’ipotiroidismo: si può assumere tranquillamente la mattina NON dovendo aspettare 30 minuti prima di fare colazione.

Un prodotto medicinale può essere considerato equivalente terapeutico di un altro prodotto medicinale se contiene lo stesso principio attivo e, clinicamente, mostra la stessa efficacia e la stessa sicurezza di quel prodotto medicinale, di cui efficacia e sicurezza sono già note.

Una nuova formulazione di L tiroxina è quella in gocce. Questa nuova formulazione, nata per chi ha problemi di deglutizione o per i bambini consente una perfetta calibrazione della quantità di principio attivo in funzione delle esigenze terapeutiche proprie di ogni singolo paziente.

Altre formulazioni di L Tiroxina

Levotiroxina senza alcool

Recentemente è comparsa sul mercato un nuova formulazione di L tiroxina come fiale monodose da utilizzare sublinguali ( è in fase di pubblicazione un importante lavoro scientifico). Questa nuova formulazione diversa dalla “storica” compressa o dalle gocce è una valida alternativa alle precedenti e rappresenta il presente/ futuro della terapia sostitutiva dell’ipotiroidismo.

La novità recentissima è che a queste fiale monodose , inizialmente contenenti alcool, per cui non indicate in gravidanza,  è stata tolta la parte alcoolica contenendo ora solo glicerolo e ormone tiroideo.

Nuova Levotiroxina orale - solo con acqua e glicerolo. Dosaggi differenziati perchè i pazienti non sono tutti uguali
Nuova Levotiroxina orale – solo con acqua e glicerolo. Dosaggi differenziati perchè i pazienti non sono tutti uguali

Sono disponibili 12 formulazioni differenti con dosaggi vari e ciò consente una terapia ad hoc per il Paziente personalizzabile a seconda delle necessità ormonali.

E’ assolutamente sicura, è bioequivalente (vedi sotto) e comporta una più agevole gestione della terapia medica dell’ipotiroidismo: si può assumere tranquillamente la mattina NON dovendo aspettare 30 minuti prima di fare colazione.

 Un prodotto medicinale può essere considerato equivalente terapeutico di un altro prodotto medicinale se contiene lo stesso principio attivo e, clinicamente, mostra la stessa efficacia e la stessa sicurezza di quel prodotto medicinale, di cui efficacia e sicurezza sono già note.

 

Gli Esami del Sangue

Lo screening di laboratorio della tiroide consiste nel dosaggio di una serie di ormoni (FT3, FT4, TSH) e altre sostanze e anticorpi (Tireoglobulina, anticorpi anti perossidasi tiroidea, anticorpi antitireoglobulina). Il dosaggio di T3 e T4 totali e del reverse T3, non viene utilizzato in quanto, influenzati da diverse situazioni, rischia di fornire risultati ingannevoli. Gli ormoni tiroidei viaggiano nell’organismo legati a delle proteine e non attivi.

E’ per questo che è preferibile valutare la porzione Free di T3 e T4, in quanto i livelli dei due ormoni possono essere influenzati dalle proteine che li trasportano, in particolare della TBG.

La diagnosi di disfunzioni tiroidee deve sempre essere completata con l’ecografia e la scintigrafia tiroidea ( rare volte ), in quanto possono sussistere varie patologie non rilevabili tramite l’analisi di laboratorio.

Un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei configura una situazione di IPERTIROIDISMO, viceversa si parla di IPOTIROIDISMO se sussiste un deficit di produzione. La situazione normale si definisce EUTIROIDISMO.

A cosa servono gli ormoni tiroidei

Gli ormoni tiroidei sono importantissimi per lo sviluppo e per la differenziazione fetale. Per questa attività il corpo materno non può supportare il feto, che a partire dall’undicesima settimana deve diventare autonomo.
Nell’adulto gli ormoni della tiroide hanno l’azione di aumentare il metabolismo basale, producendo calore, stimolano la sintesi di proteine, regolano i livelli dei lipidi ed agiscono su ogni processo metabolico del nostro organismo.
Nessun organo o apparato può fare a meno dell’azione della tiroide, per cui gli ormoni tiroidei sono direttamente responsabili del benessere dell’individuo, tale che la Tiroide è stata soprannominata “ Centralina del benessere “.

La valutazione di FT3, FT4 e TSH

Oltre alla conoscenza del livello degli ormoni, lo screening sugli stessi ci dà risposte circa lo sforzo prodotto dalla tiroide nella loro produzione, grazie allo stimolo del TSH. Una bassa produzione ormonale infatti costringe la tiroide ad un’iper produzione di TSH per riportare i livelli nella norma. A lungo andare questo sforzo può condurre a delle alterazioni e alla formazione di noduli.

Vediamo come si presentano i livelli ormonali in relazione ai diversi stati tiroidei.

Ipotiroidismo ( vedi Ipotiroidismo ) Eutiroidismo Ipertiroidismo (vedi Ipertiroidismo)
TSH alto
FT3 basso
FT4 basso
TSH nella norma
FT3 nella norma
FT4 nella norma
TSH basso
FT3 alto
FT4 alto

Sussistono però condizioni di iper e ipotiroidismo “sub clinico” in cui, grazie ad una variazione del TSH, gli ormoni FT3 e FT4 presentano livelli normali, altri, per cui non può essere utilizzato su tutti i pazienti.

Gli anticorpi

Gli anticorpi che vengono indagati sono quelli anti perossidasi tiroidea (Ab anti TPO) e quelli anti tireoglobulina (Ab anti HTG). Tramite questo dosaggio possiamo fare diagnosi di tiroidite autoimmune , la fasoma tirodite di Hashimoto ( vedi tiroiditi ) . Le tiroiditi sono patologie autoimmuni, nelle quali questi due tipologie di anticorpi attaccano la tiroide portando verso un ipotiroidismo.
Gli anticorpi TPO sono particolarmente importanti in quanto possono essere  associati ad altre patologie, come la celiachia, la poliabortività, il diabete insulino dipendente e altre patologie di origine autoimmune.
Esiste poi un altro tipo particalare di anticorpi anti tiroide , i cosidetti , anticorpi anti recettore del TSH che sono la causa del  morbo di Basedow  e della esoftalmopatia basedowiana che spesso si accompagna alla malattia. La terapia verso questo tipo di anticorpi è particalarmente importante in quanto, se trascurati, sono spesso causa di non guarigione dellipertiroidismo e dell’esoftalmo che si accompagna frequentemente alla malattia .

Altri esami ematici della tiroide sono il dosaggio della tireoglobulina che serve come indice di recidiva di neoplasia tiroidea solo nei pazienti a cui è stata asportata la tiroide e il dosaggio della calcitonina che serve invece come marker sierologico di sospetto carcinoma midollare della tiroide.

Valori normali

I test si eseguono sul sangue e non necessitano digiuno. Ricordarsi che se si è in terapia con ormoni tiroidei, questi non devono essere assunti la mattina del prelievo !!

Valori normali
FT3: 1.8 – 4.5 pg/ml
FT4: 5.8 – 16.4 pg/ml
TSH: 0.5 – 3.0 uUI/ml
Ab anti TPO: 0 – 10 UI/ml
An anti HTG: 0 – 5 UI/ml